App, realtà aumentata e simulatori fisici da approcciare chirurgicamente integrati per il training psicomotorio in neurochirurgia: l’esperienza di UpSurgeOn
- Chi è Federico?
Sono un neurochirurgo, Adjunct Professor presso l’Università Milano-Bicocca. Sono il CEO nonché fondatore, insieme al Dr Giannantonio Spena, di UpSurgeOn, azienda con base a Milano specializzata in sistemi di training psicomotorio ibrido, ovvero sistemi integrati di realtà virtuale e fisica iperrealistica, attualmente applicata alla neurochirurgia. Mi occupo prevalentemente di neurochirurgia oncologica e del basicranio e di chirurgia spinale. Sono membro dello Young Neurosurgeons Committee della World Federation of Neurosurgical Societies con un ruolo specifico nei programmi di formazione chirurgica sia nei paesi in via di sviluppo che nei paesi industrializzati.
- Perché avete fondato UpSurgeOn?
UpSurgeOn è stata fondata nel 2015 da me e Giannantonio, attuale primario della neurochirurgia di Pavia. Poco dopo l’azienda è stata ulteriormente strutturata grazie all’esperienza, in ambito di sviluppo hi-tech, del Dott Paolo Raimondo, anche lui socio, Chairman e VP Corporate Development dell’azienda.
Grazie ad un finanziamento europeo Horizon 2020 ottenuto nel 2019, siamo riusciti a costruire i primi prototipi di simulazione chirurgica. Al momento della fondazione ero uno specializzando e avevo meno di 30 anni, quindi l’esigenza di avere un supporto alla formazione era nata come un fatto molto personale. Insieme al mio mentore chirurgico di allora, Giannantonio, ci siamo concentrati sul trovare modalità innovative per rendere questo percorso di crescita più efficiente e rapido. Ma ben presto, grazie all’analisi e alla strategia costruita da Paolo, ci siamo resi conto che il problema della formazione in neurochirurgia era, ed è, una vera e propria emergenza sanitaria globale. Da qui abbiamo compreso l’opportunità: passare da semplici esperimenti concepiti per un uso limitato e quasi personale a un’azienda in grado di produrre valore nel il mondo.
- UpSurgeOn, è una startup med-tech, cosa significa esattamente?
Noi partiamo dalla disciplina chirurgica, conoscendone profondamente i bisogni, e sviluppiamo tecnologie avanzate per supportare l’attività di medici di tutto il mondo. Credo che questa possa essere una buona definizione di med-tech, oggi mercato in forte crescita, non solo nella simulazione ma anche in tutte quelle tecnologie diagnostiche e terapeutiche che popolano i nostri centri di cura.
- Come funziona la tecnica di simulazione che avete perfezionato?
UpSurgeOn si basa su una filosofia ben precisa la cui efficienza prende le mosse dalla consapevolezza dei valori di questa professione e dalle sue difficoltà. In altre parole, partiamo dal riconoscere che fare chirurgia non è solo un tagliare e ricucire, è un percorso culturale molto complesso che investe tutti gli ambiti della nostra sfera emotiva, intellettuale e psicomotoria. In linea con ciò, la nostra metodologia di training è divisa in tre fasi di apprendimento: Mental Training, basato su mondo virtuale, portabilità, accessibilità alle informazioni teoriche e tridimensionali, Hybrid Training, ovvero la transizione da un mondo virtuale a un mondo fisico attraverso l’uso di realtà aumentata, e Manual Training, la fase più importante concepita come risultato delle precedenti, in cui l’individuo addestra i propri automatismi manuali praticando microchirurgia in uno scenario iperrealistico, ma solo dopo averlo immaginato e averlo approcciato strategicamente grazie alle prime due fasi.
- Quali prodotti offrite per il training dei neurochirghi?
Offriamo App per la realtà virtuale, visori di realtà aumentata basati sui più moderni headsets, come Hololens o Oculus Quest, e simulatori fisici anatomici e patologici da approcciare chirurgicamente. Tutto questo in realtà integrato in corsi cadaver-free. Ad oggi, in poco più di un anno e nonostante la pandemia, abbiamo raggiunto più di 70 paesi e fatto più di 35 corsi senza cadavere in tutto il mondo, compresi 11 paesi in via di sviluppo. Quindi non offriamo solo tecnologia, ma anche un approccio culturale nuovo, accessibile e sostenibile.
- Recentemente avete ricevuto un importante investimento da un nuovo socio industriale, che piani avete per il futuro?
A febbraio 2022 abbiamo aperto il capitale a Guala Dispensing, società italiana del gruppo Guala, specializzata nello sviluppo, produzione e commercializzazione di articoli termoplastici per prodotti in ambito household, oral care e personal care (con oltre 3.500 dipendenti e 14 stabilimenti distribuiti in tutto il mondo). Stefano Guala, oggi membro del Consiglio di Amministrazione, ha creduto nel nostro progetto offrendoci un grande potenziale di sviluppo tecnologico e di industrializzazione grazie al gruppo industriale Guala.
Oggi stiamo lavorando su nuove tecnologie di simulazione avanzata e sempre rigorosamente ibrida. In particolare, su microsimulazione: siamo, ad esempio, in grado di simulare il tessuto cerebrale e i tumori cerebrali, consentendoci di eseguire resezioni microchirurgiche al microscopio. Ma questo è solo l’inizio. Stiamo sviluppando i primi sistemi di neuronavigazione basati su mobile e molto altro.
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