10 semplici e pratici consigli per costruire una stazione con il paziente simulato o standardizzato
Il paziente simulato o «standardizzato» è una modalità di simulazione importante per la formazione e la valutazione degli studenti. Si tratta di un individuo qualificato che è in grado di simulare tutti gli aspetti di un paziente reale con lo scopo di far fare pratica agli studenti in vari scenari clinici per acquisire abilità e sicurezza, commettendo errori e ricevendo feedback preziosi per il miglioramento prima di curare pazienti reali. Oltre a ritrarre una malattia, infatti, il paziente simulato è addestrato a fornire un feedback costruttivo agli studenti in modo che possano sviluppare la loro personalità professionale con l’aiuto del punto di vista del paziente. Ecco 10 consigli pratici per costruire una stazione di apprendimento usando questa modalità di simulazione.
1. Decidere se il paziente è simulato o standardizzato
Le situazioni di impiego, il setting e gli obiettivi formativi determinano la differenza tra “paziente simulato” e “paziente standardizzato”. Il paziente simulato, pur nel rispetto del copione, all’interno dello scenario di simulazione a scopo formativo può rappresentare delle caratteristiche proprie (es: più o meno loquace, più o meno aggressivo, ecc.). Quando l’obiettivo dello scenario è la valutazione, il paziente diventa “standardizzato”, in quanto deve rappresentare le caratteristiche del paziente sempre nello stesso modo per garantire un’esperienza uguale per tutti i discenti.
2. Stabilire gli obiettivi formativi e le azioni chiave
Declinare in modo specifico l’obiettivo generale (es. eseguire la raccolta anamnestica), gli obiettivi specifici (es. raccogliere l’anamnesi familiare, farmacologica, ecc.), e indicare le azioni chiave (es. effettuare l’esame obiettivo, utilizzare strumenti di valutazione validati, ecc.).
3. Ricreare una situazione il più verosimile possibile
Ricreare la situazione partendo dalla realtà (p.es. un evento frequente per cui si deve standardizzare un approccio, o la gestione di problematiche comunicativo-relazionali particolari, ecc.), curando lo scenario anche in termini di ambientazione e di moulage per aumentare l’immersività. La simulazione in ambiente protetto è sicura per i discenti e migliora la sicurezza degli assistiti.
4. Scrivere il copione.
Ci sono diversi tipi di modelli, o template. Scegliete quello che più si adatta alle vostre esigenze. Ricordatevi di includere SEMPRE: (a) azioni/comportamenti dell’attore, (b) il profilo psicologico, (c) lo stato emotivo, (d) le informazioni da fornire liberamente durante la simulazione, (e) le informazioni da fornire SOLO in caso il discente le richieda e (f) quelle da dare SOLO dopo determinate azioni del discente; (g) l’eventuale moulage da realizzare, (h) i materiali aggiuntivi necessari, (i) gli spazi opportuni. In base al copione verrà determinata la scelta del giusto attore che interpreti quel ruolo.
5. Inviare il copione all’SP e programmare il training del paziente simulato.
Il copione va inviato con largo anticipo all’attore, soprattutto se si tratta di attori volontari che garantiscono la disponibilità nel loro tempo libero. Si lavorerà insieme per rappresentare al meglio il ruolo previsto, ponendo particolare attenzione agli obiettivi formativi, alla condizione clinica da rappresentare. Può essere utile la visione di video esplicativi.
6.Provare lo scenario
Trovate lo scenario, anche più volte. Questo serve ad apportare eventuali modifiche, anche su suggerimento del paziente simulato, anche alla rappresentazione dell’aspetto emotivo-relazionale che si vuole ricreare.
7. Impostare il feedback del paziente simulato dopo la simulazione
Durante il training è importante che il paziente simulato, con l’aiuto del formatore, impari a dare il proprio feedback al discente, centrando il rimando sul suo vissuto di paziente e sulle azioni concrete agite dai discenti durante lo scenario.
8. Provare il debriefing dello scenario con la partecipazione del paziente simulato
Durante il training, oltre allo scenario, provate anche il debriefing, concedendo opportuno spazio al feedback del paziente simulato, che deve essere coinvolto subito dopo i discenti che hanno agito lo scenario. Lo scenario con il paziente simulato è a tutti gli effetti uno strumento didattico e produce i suoi effetti grazie alla riflessione guidata durante il debriefing. Può essere utile l’uso della videoregistrazione per rivedere quanto accaduto nella simulazione e stimolare la discussione e la riflessione critica.
9. Assicurarsi che i partecipanti conoscano il meccanismo della simulazione con paziente simulato
Chiarire cosa ci si aspetta dal paziente simulato cosa può essere fatto (es. auscultazione toni cardiaci, ecc.), quali elementi verranno, invece, forniti dagli istruttori (es. parametri vitali alterati), e cosa sarà opportuno eseguire su skill trainer.
10. Programma un’analisi conclusiva
Non dimenticate di dedicare del tempo al termine dell’intera sessione di addestramento per effettuare un’analisi inversa e verificare il raggiungimento degli obiettivi e riflettere, insieme al paziente simulato, sulle eventuali criticità emerse.
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